❞ كتاب La Meta Di Un Discepolo Nalla Spiegazione Del Libro Del Monoteismo غاية المريد في شرح  التوحيد إيطالي ❝  ⏤ صالح بن عبدالعزيز آل الشيخ

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ell'Islam, la divinità unica e creatrice di ogni cosa viene chiamata Allāh, come più volte specificato nel Corano. Nel Corano, che i musulmani credono sia opera creata ab aeterno, lettera per lettera, dallo stesso Allāh, si ricorda che un altro nome proprio è Raḥmān, parola già presente nel pantheon sud-arabico, cui si dava il significato di "Compassionevole", conservatosi anche in lingua araba. In età preislamica designava, in alcune culture religiose nord-arabiche (Palmirena) e sud-arabiche (Himyar), una divinità vera e propria.

Allāh rappresenta nell'Islam l'Essere eterno, supremo, onnipotente e onnisciente, che ha creato e seguita a creare l'universo e ogni cosa in esso contenuta. Per quanto riguarda il tempo l'Islam considera che vi sia una perfetta identificazione con Dio e che, quindi, non si tratti di una sua creazione ontologicamente distinta.

Dal convincimento che ogni cosa che sembra esistere, compresa la materia brutta, è in realtà pervasa dallo Spirito di Dio ne deriva che anche gli atti umani sono opera del Creatore e che l'uomo ne abbia al massimo il "possesso" più che la "proprietà", avviando una discussione estremamente ardua sui limiti dell'azione umana che potrebbero portare a una sorta di fatalismo (tutto è determinato da Dio, tutto "è scritto" da Dio nel Corano, che s'identifica nella sua parola, attributo non distinguibile e diverso dall'Essere supremo e che dunque è eterno a parte ante e a parte post).

A Dio non è possibile contrapporre in alcun modo un principio del male perché questo porterebbe a una concezione dualistica del mondo. Nell'Islam, che è monistico, lo spazio riservato al maligno (Shaytān, Iblīs) è estremamente ridotto e quasi insignificante e la stessa natura "di fuoco" del diavolo non è neppure assimilabile a quella "di luce" degli angeli. Il bene è Dio e la sua la volontà e il male la negazione di Dio e il disubbidirgli, l'inferno è la lontananza da Dio. Il credente (muʾmin) deve essere pertanto un muslim, ovvero un sottomesso assoluto al comando di Dio. Una delle sure più brevi e ricche di significato per i musulmani recita[1]: «Egli, Dio [Allah] è Uno, Dio, l'Eterno. Non generò né fu generato e nessuno gli è pari» (112, 1-4).
صالح بن عبدالعزيز آل الشيخ - ❰ له مجموعة من الإنجازات والمؤلفات أبرزها ❞ La Meta Di Un Discepolo Nalla Spiegazione Del Libro Del Monoteismo - غاية المريد في شرح كتاب التوحيد (إيطالي) ❝ ❞ شرح مقدمة في أصول التفسير لابن تيمية (ت. آل الشيخ) ❝ ❞ الضوابط الشرعية لموقف المسلم من الفتن ❝ ❞ شرح متن الورقات للجويني ❝ ❞ الوافي في اختصار شرح عقيدة أبي جعفر الطحاوي ❝ ❞ شرح فتح المجيد لشرح التوحيد ❝ ❞ أسباب الثبات على طلب العلم ❝ ❞ المنهجية في قراءة كتب أهل العلم ❝ ❞ شرح لمعة الاعتقاد الهادي إلى سبيل الرشاد (ط. دار المنهاج) ❝ الناشرين : ❞ موقع دار الإسلام ❝ ❞ دار الإسلام للنشر والتوزيع ❝ ❞ دار العاصمة للنشر والتوزيع ❝ ❞ دار التوحيد للنشر ❝ ❞ وزارة الشؤون الإسلامية والدعوة والإرشاد ❝ ❞ دار الإمام مالك ❝ ❞ مكتبة دار الحجاز ❝ ❱
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نبذة عن الكتاب:
La Meta Di Un Discepolo Nalla Spiegazione Del Libro Del Monoteismo غاية المريد في شرح التوحيد إيطالي

2017م - 1446هـ
ell'Islam, la divinità unica e creatrice di ogni cosa viene chiamata Allāh, come più volte specificato nel Corano. Nel Corano, che i musulmani credono sia opera creata ab aeterno, lettera per lettera, dallo stesso Allāh, si ricorda che un altro nome proprio è Raḥmān, parola già presente nel pantheon sud-arabico, cui si dava il significato di "Compassionevole", conservatosi anche in lingua araba. In età preislamica designava, in alcune culture religiose nord-arabiche (Palmirena) e sud-arabiche (Himyar), una divinità vera e propria.

Allāh rappresenta nell'Islam l'Essere eterno, supremo, onnipotente e onnisciente, che ha creato e seguita a creare l'universo e ogni cosa in esso contenuta. Per quanto riguarda il tempo l'Islam considera che vi sia una perfetta identificazione con Dio e che, quindi, non si tratti di una sua creazione ontologicamente distinta.

Dal convincimento che ogni cosa che sembra esistere, compresa la materia brutta, è in realtà pervasa dallo Spirito di Dio ne deriva che anche gli atti umani sono opera del Creatore e che l'uomo ne abbia al massimo il "possesso" più che la "proprietà", avviando una discussione estremamente ardua sui limiti dell'azione umana che potrebbero portare a una sorta di fatalismo (tutto è determinato da Dio, tutto "è scritto" da Dio nel Corano, che s'identifica nella sua parola, attributo non distinguibile e diverso dall'Essere supremo e che dunque è eterno a parte ante e a parte post).

A Dio non è possibile contrapporre in alcun modo un principio del male perché questo porterebbe a una concezione dualistica del mondo. Nell'Islam, che è monistico, lo spazio riservato al maligno (Shaytān, Iblīs) è estremamente ridotto e quasi insignificante e la stessa natura "di fuoco" del diavolo non è neppure assimilabile a quella "di luce" degli angeli. Il bene è Dio e la sua la volontà e il male la negazione di Dio e il disubbidirgli, l'inferno è la lontananza da Dio. Il credente (muʾmin) deve essere pertanto un muslim, ovvero un sottomesso assoluto al comando di Dio. Una delle sure più brevi e ricche di significato per i musulmani recita[1]: «Egli, Dio [Allah] è Uno, Dio, l'Eterno. Non generò né fu generato e nessuno gli è pari» (112, 1-4).

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ell'Islam, la divinità unica e creatrice di ogni cosa viene chiamata Allāh, come più volte specificato nel Corano. Nel Corano, che i musulmani credono sia opera creata ab aeterno, lettera per lettera, dallo stesso Allāh, si ricorda che un altro nome proprio è Raḥmān, parola già presente nel pantheon sud-arabico, cui si dava il significato di "Compassionevole", conservatosi anche in lingua araba. In età preislamica designava, in alcune culture religiose nord-arabiche (Palmirena) e sud-arabiche (Himyar), una divinità vera e propria.

Allāh rappresenta nell'Islam l'Essere eterno, supremo, onnipotente e onnisciente, che ha creato e seguita a creare l'universo e ogni cosa in esso contenuta. Per quanto riguarda il tempo l'Islam considera che vi sia una perfetta identificazione con Dio e che, quindi, non si tratti di una sua creazione ontologicamente distinta.

Dal convincimento che ogni cosa che sembra esistere, compresa la materia brutta, è in realtà pervasa dallo Spirito di Dio ne deriva che anche gli atti umani sono opera del Creatore e che l'uomo ne abbia al massimo il "possesso" più che la "proprietà", avviando una discussione estremamente ardua sui limiti dell'azione umana che potrebbero portare a una sorta di fatalismo (tutto è determinato da Dio, tutto "è scritto" da Dio nel Corano, che s'identifica nella sua parola, attributo non distinguibile e diverso dall'Essere supremo e che dunque è eterno a parte ante e a parte post).

A Dio non è possibile contrapporre in alcun modo un principio del male perché questo porterebbe a una concezione dualistica del mondo. Nell'Islam, che è monistico, lo spazio riservato al maligno (Shaytān, Iblīs) è estremamente ridotto e quasi insignificante e la stessa natura "di fuoco" del diavolo non è neppure assimilabile a quella "di luce" degli angeli. Il bene è Dio e la sua la volontà e il male la negazione di Dio e il disubbidirgli, l'inferno è la lontananza da Dio. Il credente (muʾmin) deve essere pertanto un muslim, ovvero un sottomesso assoluto al comando di Dio. Una delle sure più brevi e ricche di significato per i musulmani recita[1]: «Egli, Dio [Allah] è Uno, Dio, l'Eterno. Non generò né fu generato e nessuno gli è pari» (112, 1-4).


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سنة النشر : 2017م / 1438هـ .
حجم الكتاب عند التحميل : 4.2 ميجا بايت .
نوع الكتاب : pdf.
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المؤلف:
صالح بن عبدالعزيز آل الشيخ - Saleh bin Abdulaziz Al Sheikh

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